Nei miei vent’anni di lavoro con l’attività motoria dei bambini, a partire già dai 4 mesi di età fino ai 10 anni, sono giunta alla conclusione che ogni bimbo ha in sé un infinito potenziale per lo sviluppo delle sue capacità di movimento e di coordinazione e che, nessuno escluso, potrebbe ambire ad una carriera sportiva in quella disciplina alla quale è più portato. Naturalmente non tutti possono diventare dei campioni, perché talento e mentalità vincenti sono regali aggiuntivi che vengono impressi nel nostro DNA. Il problema è, che con il passare del tempo, se queste potenzialità motorie non vengono allenate, si perdono. Non intendo sedute di allenamento per bambini di 3, 4 o 5 anni, ma parlo di stimoli che si trovano a portata di tutti, semplicemente in natura. Per questo nella mia mente da sognatrice seriale, un po’ vintage, immagino un mondo a portata di bambino. Dove gli alberi da scalare, i fossi da saltare, i sassi da lanciare, i prati su cui rotolarsi, le buche da scavare, sono le stazioni di servizio che si incontrano durante il tragitto che si percorre a piedi per tornare da scuola o dall’asilo senza un orologio che impone la fretta del ritorno. Naturalmente nel mio sogno non sono inclusi quei genitori ansiosi mascherati da arbitri che ammoniscono per mani o vestiti sporchi e che mettono in guardia da possibili incidenti che minano oltre che la spontaneità del gesto anche l’autostima del bambino stessoMuoversi è la natura dell’uomo ed in primis del bambino. Tralasciando per un attimo la mia utopia e parlando di dati scientifici, il puro esercizio fisico, che si tratti di sport di squadra, individuali o anche solo di andare fuori a giocare, rende i bimbi più creativi e più attenti quando tornano sui banchi. È sempre più riconosciuto a livello scientifico che l’attività fisica sia determinante per il funzionamento cognitivo e neurale, oltre ad avere benefici fisiologici e psicologici. I risultati di diverse ricerche mostrano come alti livelli di attività fisica migliorino il funzionamento cognitivo e i risultati accademici nei bambini in età scolare. In uno studio del 2014 dell’Università del Nord del Texas, i ricercatori hanno scoperto che l’attività aerobica tra i bambini, ha portato a punteggi più alti nei test di lettura e matematica. Altri scienziati dell’Università dell’Illinois, utilizzando i dati della risonanza magnetica per misurare le dimensioni del cervello, hanno scoperto che i bambini di nove e dieci anni fisicamente attivi avevano un ippocampo più grande dei loro coetanei sedentari e hanno ottenuto punteggi più alti nei test di memoria. Quindi lo sport e in generale il movimento sano e spontaneo aiutano non solo il corpo ma anche tutte le attività cognitive. Sarebbe quindi il caso di rivedere fin dall’ inizio le abitudini all’immobilità in ovetti o passeggini alle quali i bambini sono costretti, per comodità dei genitori, già in tenera età. Un inizio per evitare di vedere bimbi con la paura di fare una semplice capriola in avanti a 4 anni, perché nel mio mondo ideale i bambini li vedo appesi ad un ramo a testa in giù, come facevo io da piccola, ad osservare il mondo che dal rovescio è sicuramente migliore.

Daniela Giuriato,
insegnante di pilates e istruttrice di nuoto